Difendere la società dalle derive della scienza

P. Feyerabend, How to defend society against science (come difendere la società dalla scienza).

Paul Feyerabend Berkeley.jpg

Qualche citazione tratta da How to defend society against science di P. Feyerabend1, liberamente tradotto da me.

Pertinente alla grave condizione odierna in riferimento, in particolare, alla retorica malata riassunta nello slogan «lo dice la Scienza!».

Contiene anche indizi interessanti per inquadrare il depauperamento mentale, altrove da me descritto in breve come rinuncia volontaria della capacità di pensare, che porta al rifiuto del ragionamento2 e al disprezzo delle attività dell’intelletto, chiamate con sufficienza “filosofia”, ottusamente e ignorantemente trattata alla stregua di un prodotto di secondo ordine, di gerarchia inferiore, rispetto a quello “meccanico” e settoriale riguardante i saperi specialistici scientifici esaltati dalle tecnocrazie.

Ogni ideologia che fa sì che l’uomo metta in discussione credenze ereditate è un aiuto all’illuminazione. Una verità che regna senza controlli e bilanciamenti è un tiranno che deve essere scalzato e qualunque falsità che possa aiutarci a scalzare questo tiranno è la benvenuta. Ne consegue che la scienza del 17esimo e 18esimo secolo era invero uno strumento di liberazione e illuminazione. Non ne consegue che la scienza sia vincolata a rimanere un siffatto strumento. Non c’è niente di intrinseco nella scienza o in qualunque altra ideologia che la renda essenzialmente liberatrice. Le ideologie si possono deteriorare e diventare stupide religioni.

[…]

Per esempio, si consideri il ruolo che la scienza gioca adesso nell’educazione. I “fatti” scientifici vengono insegnati ad un’età molto giovane e nella stessa maniera in cui soltanto un secolo fa venivano insegnati i “fatti” religiosi. Non c’è nessun tentativo di svegliare le capacità critiche dei pupilli così che possano essere in grado di vedere le cose in prospettiva. Nelle università la situazione è persino peggiore, poiché l’indottrinamento viene portato avanti in un modo molto più sistematico.

La critica non è del tutto assente. La società, per esempio, e le sue istituzioni, vengono criticate molto severamente e spesso molto ingiustamente; e questo accade già a livello delle scuole elementari. Ma la scienza viene esclusa da queste critiche. Nella società in generale il giudizio dello scienziato viene ricevuto con la stessa riverenza con cui il giudizio dei vescovi e dei cardinali veniva accettato non molto tempo fa. […] la scienza è ora diventata tanto oppressiva quanto le ideologie che una volta aveva combattuto. Non bisogna farsi portare fuori strada dal fatto che oggi è difficile che qualcuno venga ucciso per aver abbracciato un’eresia scientifica. Ciò non ha niente a che fare con la scienza. Ha a che fare con la qualità generale della nostra civiltà. Gli eretici nella scienza vengono ancora fatti soffrire tramite le più severe sanzioni che la nostra relativamente tollerante civiltà ha da offrire.

Ma non si tratta forse di una descrizione assolutamente ingiusta? Non ho presentato la materia sotto una luce molto distorta usando una terminologia tendenziosa e distorcente? Non dovremmo descrivere la situazione in un modo molto diverso? Ho detto che la scienza è diventata rigida, che ha smesso di essere uno strumento di cambiamento e liberazione, senza aggiungere che ha trovato la verità, o larga parte di essa. L’obiezione prosegue così: considerando questo fatto aggiuntivo capiamo che la rigidità della scienza non è dovuta a premeditazione umana: risiede nella natura delle cose. Perché una volta che abbiamo scoperto la verità, che altro possiamo fare a parte seguirla?

Questa risposta trita non è affatto originale. Viene usata ogni volta che un’ideologia vuole rinforzare la fede dei suoi seguaci. “Verità” è una parola così graziosamente neutra! Nessuno negherebbe che è lodevole dire la verità e malvagio mentire. Nessuno lo negherebbe, eppure nessuno sa cosa comporta questo atteggiamento. Così è facile distorcere le cose e cambiare la fedeltà alla verità nelle proprie faccende quotidiane in fedeltà alla Verità di un’ideologia che non è niente altro che la difesa dogmatica di quella stessa ideologia. E naturalmente non è vero che dobbiamo seguire la verità. La vita umana è guidata da molte idee. La verità è una di queste. La libertà e l’indipendenza mentale sono altre. Se la Verità, come concepita da certi ideologi, confligge con la libertà, allora abbiamo una scelta. Possiamo abbandonare la libertà. Ma possiamo anche abbandonare la Verità. (In alternativa possiamo adottare un’idea più sofisticata di verità che non contraddica più la libertà; questa era la soluzione di Hegel.) La mia critica alla scienza moderna è che inibisce la libertà di pensiero. Se la ragione è che ha trovato la verità e ora la segue, allora direi che ci sono cose migliori che prima trovare e poi seguire un simile mostro.


  1. How to defend society against science.↩︎

  2. Alla lunga il rifiuto del ragionamento porta all’incapacità di capire i ragionamenti (qualcosa che forse potrebbe essere descritto come “analfabetismo funzionale”), che a sua volta rafforza il rifiuto…↩︎

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